DONNE DI NAPOLI
Maria Giuseppa Guacci Nobile

Maria Giuseppa Guacci nacque a Napoli il 20 giugno 1807 in una famiglia della piccola borghesia cittadina. Suo padre Giovanni faceva il tipografo (secondo alcune fonti era architetto dei teatri reali), mentre la madre Saveria Tagliaferri fu la prima a credere nel talento della figlia e a incoraggiarne la vocazione letteraria. Maria Giuseppa iniziò a scrivere versi molto presto, già a otto anni, senza alcuna preparazione formale. Il punto di svolta arrivò quando a tredici anni conobbe il poeta Domenico Piccinini, che divenne il suo maestro privato e che si recava a casa sua due o tre volte alla settimana per farle leggere i grandi classici come Ariosto. Nel 1830, a ventitré anni, Maria Giuseppa entrò nella famosa scuola di Basilio Puoti a palazzo Bagnara. Questo fu un momento cruciale della sua formazione: la scuola di Puoti era infatti uno dei centri culturali più importanti di Napoli, frequentata da intellettuali che sarebbero diventati figure di spicco del Risorgimento italiano. Qui strinse amicizia con personalità come Luigi Settembrini, i fratelli Imbriani, Antonio Ranieri e Francesco De Sanctis. Con loro condivise non solo la passione per la letteratura, ma anche ideali politici liberali che li portarono a impegnarsi per l'indipendenza italiana. La Napoli dell'Ottocento era ricca di salotti letterari, luoghi di incontro dove intellettuali, artisti e nobili si riunivano per discutere di letteratura, politica e cultura. Maria Giuseppa frequentò i più importanti: quello del conte di Camaldoli Francesco Ricciardi, quello di Giuseppe De Cesare e quello di Carlo Troja. Fu proprio in casa di Troja che nel 1833 conobbe Antonio Nobile, un giovane astronomo che lavorava all'Osservatorio di Capodimonte che sposò due anni più tardi. Dalla loro unione nacquero due figli: Arminio, che seguì le orme paterne diventando astronomo, ed Emilia, che divenne professoressa di filosofia morale e direttrice di una sezione della Biblioteca Nazionale di Napoli. Un episodio significativo fu l'incontro con Giacomo Leopardi, che Antonio Ranieri portò alle sue riunioni. Il grande poeta marchigiano ebbe una notevole influenza sulla produzione di Maria Giuseppa, che fu colpita soprattutto dai temi della malinconia e delle illusioni giovanili. La produzione poetica di Maria Giuseppa si raccolse in tre volumi di Rime pubblicati nel 1832, 1839 e 1847. Il primo volume ebbe un grande successo e molte ristampe. Collaborò anche con riviste e giornali dell'epoca come Omnibus, Museo di letteratura e di filosofia e Foglio settimanale di scienza e lettere ed arti. Nel 1833 ricevette la medaglia di socia benemerita dell'Accademia Tiberina, ma il riconoscimento più importante fu essere ammessa all'Accademia Pontaniana di Napoli, una delle istituzioni culturali più prestigiose d'Italia. Maria Giuseppa non si limitò alla letteratura, ma si dedicò attivamente all'impegno sociale. Durante l'epidemia di colera che colpì Napoli tra il 1836 e il 1837, si prodigò personalmente per aiutare i più poveri, visitando i quartieri degradati della città . Da questa esperienza nacque una Storia del colera, pubblicata solo nel 1978. Il suo interesse per l'educazione la portò a fondare nel 1840 la "Società degli asili infantili", anticipando di molti anni l'istituzione degli asili pubblici. Pubblicò anche manuali didattici come l'Alfabeto (1841) e le Seconde letture per fanciulli da 9 a 12 anni (1846), convinta che l'educazione fosse l'unica strada per il progresso sociale. Nel novembre 1848 si ammalò di tracheite, che peggiorò rapidamente. Morì a Napoli il 25 novembre 1848, a soli 41 anni. Maria Giuseppa Guacci Nobile rappresenta una figura significativa del Risorgimento italiano, non solo per la sua produzione letteraria, ma soprattutto per il suo impegno sociale e politico. In un'epoca in cui le donne avevano poche opportunità di espressione pubblica, riuscì a farsi riconoscere come intellettuale e a utilizzare la sua posizione per promuovere l'educazione e aiutare i più bisognosi. La sua vita dimostra come letteratura e impegno civile potessero andare di pari passo, anticipando temi e battaglie che sarebbero diventati centrali nell'Italia unita.
Palazzo Bagnara
