Sancha di Maiorca

Sancha di Maiorca, talvolta indicata anche come Sancia, nacque intorno al 1285 e fu una delle figure femminili più significative del Regno di Napoli nel XIV secolo. Figlia di Giacomo II di Maiorca e di Esclaramunda di Foix, apparteneva a un ramo della dinastia aragonese e fu educata in un contesto profondamente influenzato dal misticismo cristiano, dalla cultura cortese e dalla spiritualità francescana. Questa formazione religiosa e intellettuale segnò profondamente il suo stile di vita e il suo operato come regina. Nel 1304 sposò Roberto d’Angiò, allora duca di Calabria e futuro re di Napoli. Quando Roberto salì al trono nel 1309, Sancha divenne regina consorte del Regno di Napoli e Sicilia. Il loro matrimonio, oltre che unione personale, fu anche un importante strumento diplomatico per rafforzare i legami tra la dinastia angioina e la corona di Maiorca. La coppia non ebbe figli, ma Sancha assunse un ruolo centrale nell’educazione e nella cura dei figli del re, in particolare di Giovanna, che sarebbe diventata regina di Napoli. A lei Sancha cercò di trasmettere i propri valori religiosi e morali. Durante il regno di Roberto, Sancha si distinse per un’attività intensa e autonoma nell’ambito spirituale e caritativo. Fu profondamente attratta dagli ideali del francescanesimo, in particolare dal movimento degli spirituali, che auspicava un ritorno radicale alla povertà evangelica. In questo contesto, Sancha sostenne con convinzione gli ordini mendicanti e in particolare i frati francescani e le clarisse, promuovendo la vita religiosa ispirata alla semplicità, alla rinuncia e alla contemplazione. La sua azione si concretizzò in numerose opere: si impegnò nella fondazione di ospedali, conventi e luoghi di accoglienza per poveri e pellegrini, incoraggiò il lavoro di predicatori, teologi e mistici legati alla corrente spirituale francescana e favorì la circolazione di libri religiosi e testi teologici. In questo modo contribuì alla crescita culturale del Regno, facendo della corte angioina un centro vitale del pensiero cristiano medievale. Nel campo del sociale la regina Sancha ed il re Roberto si adoperarono molto per la Congregazione della Santissima Annunziata che dal 1343 crebbe con il supporto della casa reale assumendo la veste giuridica di Real Casa dell'Annunziata. L’intervento più emblematico della sua visione religiosa e politica fu però la fondazione del complesso monumentale di Santa Chiara, nel cuore della città di Napoli. A partire dal 1310, Sancha e Roberto promossero la costruzione di un grande monastero dedicato a Santa Chiara d’Assisi, realizzato in stile gotico provenzale dall’architetto Gagliardo Primario, ispirato all’architettura sobria e luminosa tipica delle chiese mendicanti. Il progetto nacque come un luogo di culto e spiritualità francescana, ma anche come simbolo della memoria dinastica. Sancha fu l’anima ideatrice del complesso, concepito come struttura doppia: un convento per i Frati Minori e uno per le Clarisse. Non solo partecipò al progetto come promotrice spirituale, ma contribuì direttamente al finanziamento dell’opera, offrendo anche la propria supervisione alla definizione della regola monastica per le religiose, fortemente ispirata alla Regola originaria di Chiara d’Assisi, basata sulla povertà assoluta, la clausura e la preghiera. Il complesso comprendeva anche una biblioteca e uno scriptorium, a testimonianza della volontà della regina di promuovere la cultura religiosa e lo studio spirituale all’interno del monastero. Dopo la morte di Roberto nel 1343, Sancha tentò brevemente di esercitare un ruolo politico in favore della giovane regina Giovanna I. Tuttavia, rapidamente emarginata dalle lotte di potere e profondamente delusa dalla direzione che stava prendendo il regno, Sancha decise di abbandonare ogni ambizione terrena. Rinunciò volontariamente a titoli e privilegi, e si ritirò come semplice religiosa nel convento di Santa Croce di Palazzo (da lei fondato), abbracciando definitivamente la vita monastica. Vestì l’abito delle Clarisse, vivendo gli ultimi anni della sua esistenza nella preghiera, nella penitenza e nella povertà evangelica, secondo i principi che aveva sostenuto per tutta la vita. Morì il 28 luglio 1345 e fu sepolta accanto al marito e agli altri membri della famiglia reale nella chiesa di Santa Chiara. Sancha di Maiorca rappresenta un raro esempio di sovrana medievale capace di coniugare spiritualità, cultura e potere. Il complesso di Santa Chiara, che ancora oggi domina il centro storico di Napoli, è l’eredità più visibile e significativa della sua visione: un’opera monumentale che unisce fede, architettura e memoria dinastica. Attraverso il suo impegno, Sancha contribuì in modo decisivo a trasformare Napoli in un centro culturale e religioso di prim’ordine nel Mediterraneo medievale. Anche se non fu mai canonizzata, la sua figura venne venerata come beata dalla tradizione popolare, e il suo ricordo si conserva ancora oggi come simbolo di pietà, generosità e dedizione alla vita dello spirito.

Matilde Serao è una delle figure letterarie e giornalistiche più importanti nella storia di Napoli e dell’Italia. Nata a Patrasso nel 1856 e trasferitasi presto a Napoli, divenne una scrittrice e giornalista di grande successo, fondando nel 1892 il quotidiano Il Mattino, che ancora oggi è uno dei principali giornali della città. Attraverso la sua penna, Matilde Serao raccontò con realismo e sensibilità la vita della Napoli di fine Ottocento, descrivendo le sue contraddizioni, le sue bellezze e le sue sfide sociali. Fu pioniera nel dare voce alle classi popolari e nel denunciare le ingiustizie, diventando un punto di riferimento per la stampa italiana. La sua carriera è segnata da un’instancabile passione per la cultura e il progresso, e il suo lavoro ha aperto la strada a molte donne nel mondo del giornalismo e della letteratura. Matilde Serao resta un simbolo di forza, talento e modernità, una donna che ha contribuito a costruire l’identità culturale di Napoli e dell’Italia contemporanea.

  Click to listen highlighted text! Matilde Serao è una delle figure letterarie e giornalistiche più importanti nella storia di Napoli e dell’Italia. Nata a Patrasso nel 1856 e trasferitasi presto a Napoli, divenne una scrittrice e giornalista di grande successo, fondando nel 1892 il quotidiano Il Mattino, che ancora oggi è uno dei principali giornali della città. Attraverso la sua penna, Matilde Serao raccontò con realismo e sensibilità la vita della Napoli di fine Ottocento, descrivendo le sue contraddizioni, le sue bellezze e le sue sfide sociali. Fu pioniera nel dare voce alle classi popolari e nel denunciare le ingiustizie, diventando un punto di riferimento per la stampa italiana. La sua carriera è segnata da un’instancabile passione per la cultura e il progresso, e il suo lavoro ha aperto la strada a molte donne nel mondo del giornalismo e della letteratura. Matilde Serao resta un simbolo di forza, talento e modernità, una donna che ha contribuito a costruire l’identità culturale di Napoli e dell’Italia contemporanea.

Chiesa di Santa Chiara – Il rifugio spirituale di Sancha di Maiorca

Nel cuore di Napoli sorge il maestoso complesso di Santa Chiara, fortemente voluto da Sancha di Maiorca, regina di Napoli e moglie di Roberto d’Angiò. Donna colta e profondamente devota, Sancia fu una figura centrale della corte angioina e una sostenitrice determinata dell’ordine francescano. Fu lei a promuovere la costruzione del complesso monastico nel primo Trecento, concependolo non solo come luogo di culto, ma anche come rifugio spirituale.

Matilde Serao è una delle figure letterarie e giornalistiche più importanti nella storia di Napoli e dell’Italia. Nata a Patrasso nel 1856 e trasferitasi presto a Napoli, divenne una scrittrice e giornalista di grande successo, fondando nel 1892 il quotidiano Il Mattino, che ancora oggi è uno dei principali giornali della città. Attraverso la sua penna, Matilde Serao raccontò con realismo e sensibilità la vita della Napoli di fine Ottocento, descrivendo le sue contraddizioni, le sue bellezze e le sue sfide sociali. Fu pioniera nel dare voce alle classi popolari e nel denunciare le ingiustizie, diventando un punto di riferimento per la stampa italiana. La sua carriera è segnata da un’instancabile passione per la cultura e il progresso, e il suo lavoro ha aperto la strada a molte donne nel mondo del giornalismo e della letteratura. Matilde Serao resta un simbolo di forza, talento e modernità, una donna che ha contribuito a costruire l’identità culturale di Napoli e dell’Italia contemporanea.