DONNE DI NAPOLI
Maria Angela Ardinghelli

Di lei hanno scritto: “donna di prodigioso ingegno” (Eugenio Comba nel suo Donne illustri italiane); “non è possibile parlare di fisica senza elogiare Maria Angela Ardinghelli che si è fatta conoscere fin dalla sua prima giovinezza per i suoi talenti e per la sua cultura” e ancora “Mademoiselle Ardinghelli è alla testa di quelle donne illustri che in Italia sono la gloria del loro sesso” (Jerome De La Lande, astronomo francese).
Nata a Napoli nel 1728, da nobile famiglia di origine fiorentina, Maria Angela Ardinghelli riceve un’istruzione letteraria studiando retorica, latino e filosofia; si dedica successivamente agli studi scientifici con alcuni dei migliori eruditi del regno come il fisico Giovanni Maria Della Torre e il matematico Vito Caravelli. Maria Angela diventa esperta di matematica, algebra e fisica a tal punto da essere chiamata a partecipare all’esclusivo salotto di Ferdinando Vincenzo Spinelli Principe di Tarsia, che aveva creato nel 1747 un laboratorio di fisica newtoniana e elettricità.
La scienziata Ardinghelli è un punto di riferimento anche oltre i confini della città partenopea, una interlocutrice preziosa inserita nel circuito culturale nazionale e internazionale del Settecento. Svolge un fondamentale ruolo di collegamento tra le comunità di Napoli e Parigi con la sua attività di corrispondente (la prima donna!) all’Accademia delle Scienze di Parigi, grazie allo scambio epistolare pluridecennale con l’abate Jean-Antoine Nollet, un esponente di spicco nella società scientifica dell’epoca, un fisico sperimentale, maestro dei principi reali di Francia. Se l’argomento ricorrente è l’elettricità non mancano riflessioni e scambi di opinione anche su fenomeni naturali e fisici come l’aria e i venti, i vulcani, il Vesuvio. Scienziata, fisica ma anche traduttrice la sua fame è legata alle ardue traduzioni delle opere del botanico e fisico inglese Stephen Hales, il più grande fisico dell’Inghilterra, di cui corresse i calcoli inesatti manifestando una abilità linguistica oltre che scientifica notevole. Dalla sua posizione “alla testa” delle donne illustri ha ben chiaro il peso dei pregiudizi nei confronti delle donne nelle scienze e, in una lettera all’ambasciatore di Francia a Napoli, de l’Hopital, scrive «Sarei dispiaciuta, eccellentissimo signore, per i molti uomini, anche dotti che stupidamente (secondo me) disapprovano gli studi scientifici per le donne, se non ce ne fossero altri più saggi e giudiziosi, che li approvano e li lodano».
Palazzo Spinelli di Tarsia – Il salotto scientifico di Maria Angela Ardinghelli
Nel cuore del centro antico di Napoli, tra le stanze eleganti di Palazzo Spinelli di Tarsia, prende forma una pagina poco nota ma straordinaria della storia della scienza al femminile. In questo luogo visse e lavorò Maria Angela Ardinghelli, nobildonna, matematica e fisica del XVIII secolo, figura centrale dell’Illuminismo napoletano. Appartenente a un’élite colta e cosmopolita, Ardinghelli trasformò il palazzo di famiglia in un vero e proprio laboratorio di pensiero e sperimentazione, dove si riunivano intellettuali, filosofi e scienziati. Fu proprio qui che condusse uno dei suoi esperimenti sull’elettricità, disciplina all’avanguardia per l’epoca, dialogando da pari con figure come Benjamin Franklin e pubblicando su riviste scientifiche europee.
